Il patto di famiglia: uno dei momenti cruciali nel passaggio generazionale d’azienda.
Analizziamo i limiti di uno degli aspetti chiave nel passaggio generazionale dell’azienda: il patto di famiglia. Un contratto previsto dal codice civile, che sembra offrire massimo potere al disponente e ben poche “vie di fuga” all’assegnatario specialmente rispetto ai suoi obblighi.
Il patto di famiglia è uno strumento di fondamentale importanza nell’ambito del passaggio generazionale di un’azienda La sua utilità si rivela quando il genitore decide a quale dei suoi figli cedere il timone dell’impresa.Una scelta che lascia agli altri legittimari solo il diritto di ricevere dall’assegnatario la loro quota di legittima. Ma con il recesso, esercitabile non solo in modo consensuale, tutto è reversibile.
Decisioni così importanti, infatti, possono anche dover essere riviste, magari per la gestione maldestra dell’azienda da parte del figlio: in caso di ripensamento, se lo ha precisato nel contratto, il genitore può esercitare il recesso e riprendersi l’impresa in qualsiasi momento senza dover addurre alcuna motivazione. Come dice l’art. 768 septies c.c., lo si può fare “se espressamente previsto nel contratto stesso e, necessariamente, attraverso dichiarazione agli altri contraenti certificata da Notaio”.
Può succedere, tuttavia, anche il contrario, ossia che il figlio voglia esercitare il recesso, se non altro per evitare di pagare la legittima ai non assegnatari. In questo caso, però, la situazione cambia: lo potrà fare solo prima di aver iniziato il pagamento di quanto dovuto a fratelli o sorelle legittimari non assegnatari. Lo prevede l’art. 1373 del c.c., che sul recessoappunto precisa, “tale facoltà può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione”.
Dunque, riassumendo, con gli artt. 768 septies e 1373 del codice civile, la legge offre al genitore disponente un’ampia tutela e al figlio assegnatario ben pochi aiuti nel districarsi dai propri obblighi. Questo è spiegato dalla natura contrattuale stessa del patto di famiglia, che non può non offrire maggiori garanzie a chi dona la propria azienda, le fatiche e i sacrifici di una vita, ad un’altra persona. Seppur sia il figlio.